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Cura naturale per Iperuricemia

Cura naturale per Iperuricemia

L’iperuricemia è uno degli indicatori per la diagnosi di sindrome metabolica. Le conseguenze le ritroviamo anche nelle malattie cerebrovascolari, demenza vascolare, pre eclampsia, nefropatie, aumento dei marker di infiammazione e post-menopausa. La cura naturale per Iperuricemia è attuabile grazie all’assunzione di fitoterapici e qualora occorresse all’utilizzo di una dieta contro l’iperuricemia, bilanciata e diagnosticabile dal kinesiologo professionista.

Come è possibile abbassare i livelli di acido urico nel sangue in maniera completamente naturale?

Abbassare l’acido urico senza farmaci tradizionali è oggi possibile tramite la tecnica olistica della fitoterapia applicata (terapia indicata per iperuricemia).

I fitoterapici sono sia integratori per abbassare l’acido urico, che sostanze ideali per migliaia di altre applicazioni.

Essi sono ideali come trattamento per l’iperuricemia senza l’assunzione di farmaci chimici.

Fitoterapia contro l’iperuricemia

La fitoterapia per l’iperuricemia è una tecnica di medicina alternativa che consiste nell’assunzione di erbe per eliminare l’acido urico.

Per mantenere i livelli di uricemia sotto i valori di 6-7 mg/dL le terapie convenzionali hanno spesso molti effetti collaterali, un alto costo e danno immunizzazione, mentre la fitoterapia può svolgere una interessante azione di contenimento dell’uricemia e dell’infiammazione articolare mediante tre modalità:

  • Fitoterapici inibitori della xantino-oxidasi. 
  • Fitoterapici uricosurici. 
  • Fitoterapici antinfiammatori Fitoterapici inibitori dell’enzima xantino-ossidasi.

Esistono centinaia di piante capaci di inibire l’enzima che produce l’acido urico. 

Alcune sono state studiate in vitro e in vivo. 

Tra queste si sono scelte le seguenti due:

  • BANABA: le foglie di Lagerstroemia speciosa, contengono l’acido valonico e l’acido ellagico che hanno dimostrato un effetto inibitore dell’enzima xantino-ossidasi più forte di quello dell’allopurinolo, con una modalità non competitiva per l’enzima rispetto alla xantina come substrato. Sarà consigliata a chi ha contemporaneamente problemi di glicemia e resistenza insulinica.
  • CRISANTELLO: le sommità fiorite di Chrisanthe-mumindicum contengono flavonoidi e hanno dimostrato una forte azione inibente della xantina ossidasi (IC50 a 22 μg/ml) (Konga et al 2000). Sarà consigliata a chi ha contemporaneamente problemi cardiovascolari e di dislipidemia e Piante usi cosuri che sono le piante con spiccata capacità di eliminare l’acido urico. 

Anche qui l’elenco è esteso tra queste piante consigliate: 

  • Alburno di Tiglio: parte interna della corteccia della pianta che contiene tannini con azione drenante antiurica, ipotensiva, antiemicranica, detossinante epatico. 
  • Ci sono poi Carciofo, Sarsaparilla, Erica, Corbezzolo, Fieno Greco, Solidago, Ortosifone.
  • Infine piante antinfiammatorie anche queste sono molte, tra le tante abbiamo scelto: Artiglio del Diavolo, Regina dei Prati, Petiveria Alliacea.

Cosa sono l’Iperuricemia e la conseguente Gotta?

Vediamo ora nello specifico che cos’è esattamente l’iperuricemia?

La fisiopatologia dell’iperuricemia è percepibile da vari fattori: l’acido urico è un metabolita che deriva dalla degradazione delle purine degli acidi nucleici presenti nelle cellule dell’organismo e, in parte, dalla digestione di cibi ricchi di purine come il pesce, il pollame e gli organi interni degli animali. 

Una parte dell’acido urico viene filtrato dai reni ed eliminato con le urine in una percentuale del 10% del carico filtrato, un’altra parte passa attraverso l’intestino per poi essere scisso dai batteri in sostanze di scarto che vengono eliminate mediante le feci.

Si parla di inserire l’uricemia tra i fattori di rischio cardiovascolare. 

Dosi cronicamente elevate di acido urico possono innescare uno stato pro-infiammatorio dell’endotelio vascolare, con aumento di citochine da parte dei granulociti neutrofili, e sviluppo di ipertensione e insulinoresistenza.

Infatti l’iperuricemia è una complicanza comune nei pazienti diabetici e si può considerare uno degli aspetti della sindrome metabolica. 

I valori normali di acido urico sono legati al suo limite di solubilità che è intorno a 6,8 mg/dL, oltre questo valore l’acido urico precipita nei tessuti sotto forma di microcristalli, con fenomeni infiammatori nei tessuti molli anche in forma visibile (tofi), nei reni e nelle articolazioni dove causa artrite acuta. 

Convenzionalmente i valori normali oscillano tra i 4 e gli 7 mg/dl. 

Si definiscono iperuricemici gli uomini che hanno livelli di uricemia superiori a 8 mg/dl e le donne con livelli maggiori di 7,5 mg/dl.

Le principali condizioni morbose provocate dalla iperuricemia sono la gotta, la litiasi urica e la nefropatia uratica. 

L’incidenza annuale di manifestazioni gottose è correlata all’entità dell’iperuricemia: dal 4,9% per uricemie oltre i 9 mg/dL allo 0,1% per valori inferiori a 7 mg/dL.

Le cause dell’iperuricemia sono rappresentate, nel 90% dei casi, da ridotta escrezione renale per incapacità di eliminare un eccessivo carico purinico esogeno per cause patologiche, per effetto di farmaci; per eccesso di alimenti ricchi di purine (carne o pesce): questi ultimi, rappresentano i cibi da evitare per l’aggravarsi dell’iperuricemia o per evitare che diventi cronica. 

Il restante 10% dei casi dipende da sovrapproduzione di acido urico dovuta a difetti congeniti o da condizioni che comportano accelerato ricambio cellulare (malattie proliferative, trattamenti citolitici).

Trattamento convenzionale e farmaci per iperuricemia

Trattare l’iperuricemia tramite farmacologia è possibile tramite prevenzione delle recidive gottose:

riduzione del peso e dieta povera di purine, possono ridurre l’uricemia di 200-400 mg/die; ma la diminuzione dell’uricemia non supera in genere 1 mg/dl.

Farmaci inibitori della produzione di acido urico, c’è lo storico allopurinolo (300 mg die), e il nuovo e più potente febuxostat (80-120 mg/die).