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INSUFFICIENZA VENOSA CRONICA CURA NATURALE (IVC)

INSUFFICIENZA VENOSA CRONICA CURA NATURALE (IVC)

La cura naturale per l’insufficienza venosa cronica è possibile tramite la fitoterapia applicata, la IVC è una Malattia molto diffusa, in Italia arriva al 20% della popolazione, colpisce maggiormente le donne con rapporto 2:1. In questo articolo vedremo quale terapia per l’insufficienza venosa cronica è attuabile tramite indagine kinesiologica e fitoterapia.

Insufficienza venosa cronica cos’è?

La IVC riguarda prevalentemente gli arti inferiori che per la stazione eretta hanno un deflusso sanguigno difficile, il deflusso viene effettuato tramite delle valvole interne alle grosse vene che favoriscono il ritorno del sangue al cuore. 

La degenerazione della matrice collagene e della muscolatura liscia delle pareti venose fa perdere il loro tono, i sintomi dell’insufficienza venosa cronica sono vari:

  • le vene si dilatano diventano varici e perdono la normale funzione valvolare, il sangue degli arti inferiori non rifluisce e ristagna interessando retroattivamente il microcircolo. 
  • Si ha cattiva perfusione e fenomeni da stasi, con linfedema per il travaso di liquidi nel tessuto collagene interstiziale. 
  • C’è senso di pesantezza, crampi notturni, dolore, con alterazione della superficie cutanea. 
  • Con il tempo si va incontro a flebiti, trombosi e ulcerazioni.
  • Il primo fenomeno di alterazione venosa è dato dalle teleangectasie, dilatazione delle venule superficiali che assumono aspetto sinuoso ad albero e colorazione violacea. 
  • Si va poi verso le varici venose, l’edema e le alterazioni della cute fino alle ulcere nella fase più grave. 
  • I farmaci vasoprotettori e antinfiammatori sono sintomatici come pure le calze elastiche che aiutano il circolo profondo. 
  • Le varici sono il risultato della distruzione del tessuto elastico che contorna la vena per lisi dei proteoglicani e porta alla dilatazione con aspetto tortuoso e dolore sordo che recede mettendo le gambe in posizione orizzontale. 
  • Possono essere primarie o secondarie a fenomeni di occlusione delle vene profonde di cui diventano il circolo collaterale. 
  • La scleroterapia o laserterapia è possibile per le piccole vene, lo stripping dei grossi vasi si riserva ai casi più gravi. 

È necessario l’uso di scarpe comode, per le donne il tacco deve essere al massimo di 6 cm e a pianta larga, le calze e altri indumenti non devono stringere in modo locale, mentre vanno bene le calze elastiche contenitive. 

Utili i massaggi linfodrenanti per togliere la stasi linfatica e l’idroterapia secondo Kneipp con bagni freddi e caldi e passeggiate in acqua, non bisogna dimenticare l’importanza di tenere le gambe il più possibile sollevate per defatigare e ridurre la tensione venosa degli arti inferiori.

Terapia e FITOTERAPIA DEI VASI VENOSI: come curare insufficienza venosa?

La cura causale della IVC è di tipo metabolico, si interviene sulla Low grade inflammation con dieta detossinante con molta verdura e frutta, bene la fibra per favorire l’alvo ed evitare la stipsi. Aggiungere il trattamento disintossicante del fegato, regolazione dello squilibrio ormonale, dell’eventuale disglicemia e dislipidemia.

Poi si aggiungono i fitoterapici specifici attivi sul tessuto vascolare come riportato di seguito che agiscono in modo prevalentemente sintomatico, ma efficace per togliere il disturbo. 

In tre giorni si riesce a togliere gli edemi e i dolori, ma va usata per lunghi periodi e se si smette dopo un po’ ritornano. 

Si usano piante che agiscono sulla funzionalità degli endoteli del lume vasale, sullo stroma reticolare elastico e sulle cellule muscolari lisce della tonaca sottostante migliorandone il tono. Attualmente pochissime sostanze chimiche di sintesi sono efficaci per le vene e solo in casi di ulcere (Aminaftone, Pentossifillina), mentre molte molecole di derivazione vegetale si sono dimostrate valide poiché possiedono assieme capacità antiossidanti, antinfiammatorie e antiedematose, agiscono bene e riescono ad ottenere miglioramento degli endoteli venosi alterati.

Di seguito un elenco di piante utili per l’IVC

  • VITE ROSSA (Vitis vinifera): Le foglie contengono-Proantocianidine oligomeriche (OPC), dei polifenoli abbondanti nei vegetali, con capacità di scavengers dei radicali liberi, stabilizzano le fibre collageni e l’elastina rafforzando il collagene perivascolare, mantenendo la normale permeabilità , hanno anche azione antinfiammatoria sono usati oltre che nelle malattie cardiovascolari, nell’invecchiamento e nei tumori.
  • IPPOCASTANO: Contiene Escina una saponina triterpenica oltre a flavonoidi ad azione antinfiammatoria. L’escina è capace di inibire l’enzima ialuronidasi e l’elastasi che degrada i proteoglicani un componente fondamentale del tessuto collagene e in questo modo lo mantiene più compatto, inibisce anche l’entrata dei leucociti nel collagene inibendo la liberazione di citochine infiammatorie, inoltre aumenta la contrattilità venosa per aumento delle prostaglandine PF2α.
  • CIPRESSO (Cupressus Sempervirens):  Si usano i galbuli immaturi che contengono oli essenziali, proantocianidine e tannini, ha capacità astringenti e toniche della muscolatura liscia in generale, viene usato per le vene, varici ed emorroidi, ma anche per i bronchi e le vie urinarie. 
  • RUSCUS o PUNGITOPO (Ruscus Aculeatus): Le responsabili dell’azione sono delle saponine steroidee (ruscogenina e neo-ruscogenina) che agendo sui recettori α dei canali del calcio delle cellule muscolari lisce, inibiscono la permeabilità del letto venoso e contraggono le venule lasciando intatte le arteriole.  È anche antinfiammatorio e astringente.
  • MIRTILLO NERO (Vacciniummyrtillus): Ricco di antocianidine, vitamine B1 e C, provitamina A, tannini, acidi organici e flavonoidi.  Ha un’azione protettiva sui vasi sanguigni, diminuendone l’eccessiva permeabilità; può essere impiegato per le varici, le emorroidi, per la fragilità capillare e per la rigenerazione della porpora retinica.
  • PINO MARITTIMO FRANCESE (Pinus Pinaster Soland): Dalla cui corteccia si ottiene un estratto standardizzato ricco di procianidine e acidi fenolici. La sua azione oltre che antiossidante è di inibizione delle elastasi e delle ialuronidasi ed inoltre è un antinfiammatorio per inibizione dell’NF-Kβ e dell’ossido nitrico. Ha anche azione antiaggregante piastrinica e aumenta il diametro dei piccoli vasi.

FITOTERAPICI PER IL LINFEDEMA, come risolvere l’insufficienza venosa?

Il linfedema è una stasi linfatica dovuta alla scarsa irrorazione sanguigna che accompagna la stasi venosa. 

É possibile risolvere l’insufficienza venosa tramite approcci naturali che non coinvolgono nessun tipo di approccio chirurgico invasivo.

Ci possono essere altre cause di linfedema come l’asportazione chirurgica dei linfonodi o la radioterapia. 

Nel liquido linfatico in stasi le proteine contenute defluiscono con difficoltà e formano agglomerati.

Anche nelle pareti dei linfatici ci sono cellule muscolari lisce che possono perdere il tono. 

Ci sono due piante specifiche per i linfatici.

  • MELILOTO (Melilotus Officinalis): Leguminosa molto diffusa nei luoghi incolti, contiene cumarine e bioflavonoidi attive come antinfiammatorio, anti edema e venotonico. La Commissione E tedesca lo consiglia per l’insufficienza venosa cronica. I derivati cumarinici hanno la capacità di migliorare il flusso linfatico rendendolo più fluido. Attivo anche sulle turbe del sonno e sui disturbi digestivi di origine nervosa.
  • NOCCIOLO (Corylus avellana): Si usa la corteccia che contiene tannini. Possiede effetto anti infiammatorio, vaso protettivo, astringente, antiemorragico, depurativo, utile per edemi, alterazioni circolatorie, varici. I tannini fanno precipitare le proteine restringendo le strutture colloidali e impermeabilizzano lo strato cellulare superficiale dando vasocostrizione che impedisce la fuoriuscita di liquido dai vasi, con azione anche antinfiammatoria.